sabato 26 aprile 2008

Il voto a sinistra nella Circoscrizione Estero

EUROPA

I risultati del voto all’estero forniscono un quadro di polarizzazione PD/PDL analogo a quello italiano, seppure in misura diversa tra le diverse aree continentali e con l’eccezione non secondaria del Sud America, dove le liste associative vincono (Lista Merlo) o comunque riscuotono importanti performance (Lista Pallaro). Complessivamente, rispetto al 2006, il PDL ottiene 2 senatori in più sottratti al PD (Ma nel 2006 l’intero Centro-sinistra si presentava come Unione). Non si deve sottovalutare il dato per il quale in molti paesi e, a livello continentale in Europa, il voto alle forze di sinistra (Sinistra Arcobaleno e Partito Socialista) risulta notevolmente al di sopra della media italiana, anche se obiettivamente al di sotto delle aspettative.
In Europa la media percentuale di SinArc è di 4.19%, con 21.195 voti. Qui SinArc risulta essere il quinto partito, dopo PD, PDL, IDV, UDC.
Bisogna tener presente che in questa circoscrizione si è assistito ad un tentativo parzialmente riuscito di broglio elettorale a favore dell’UDC, broglio già in parte smascherato all’atto dello spoglio a Castelnuovo di Porto e confermato dall’esclusione di circa 4.000 schede, “provvisoriamente non assegnate” da parte di una quindicina di attenti presidenti di seggio, che la Corte di Appello di Roma ha ritenuto chiaramente manipolate escludendole dal computo. Ciò ha riguardato in maniera preponderante i seggi della Svizzera, dove l’UDC risulta conseguire un risultato percentuale mediamente quasi doppio a quello avuto negli altri paesi europei e non risultano condizioni di insediamento sufficienti spiegare questo risultato.
E’ altamente probabile, infatti (e saranno la Procura della Repubblica di Roma a cui sono arrivate diverse denunce e le Giunte di Camera e Senato a dover sciogliere definitivamente il dubbio), che mentre 15 seggi o giù di lì, sono riusciti a rilevare l’anomalia, molte altre decine abbiano assegnato, anche provvisoriamente molti voti manifestamente seriali e con le stesse preferenze, attribuite a questo partito. I voti “assegnati provvisoriamente” purtroppo, non vanno alla verifica della Corte di Appello che potrebbe subito modificare il giudizio, ma solo alla Giunta di Camera e Senato che, notoriamente, decide –quando decide- con tempi lunghissimi. Significa che nel caso della Svizzera (qualcuno ritiene anche del sud della Germania), le percentuali corrette dell’UDC sarebbero dovute essere intorno alla metà di quanto sulla carta ha al momento acquisito.
Non è poca cosa: si tratterebbe infatti di oltre 6.000 voti in più che pongono attualmente l’UDC al quarto posto in Svizzera, che invece spetterebbe certamente a SinArc.
Siccome con grande probabilità si tratta di vere e proprie sostituzioni di schede, l’intera ripartizione percentuale dei voti ne risulta gravemente compromessa: a rigore, tutti gli altri partiti dovrebbero avere conseguito una percentuale maggiore di quella ad oggi pubblicata, mentre quella dell’UDC dovrebbe essere la metà di quella presente nei dati del Ministero degli Interni. Se poi, la sostituzione fosse stata fatta sulle schede di partiti concorrenti per l’acquisizione dell’ultimo dei seggi disponibili in Europea, è proprio Sinistra Arcobaleno (e il PS) che avrebbe ricevuto il danno maggiore da questa falsificazione.
Ciò è verosimile, visto che IDV –altro partito concorrente per il 5° e 6° seggio- riscuote, in Svizzera, una percentuale di voti superiore alla media europea e quindi, non sembrerebbe toccata dalla manipolazione.
Ciò che è certo è che anche in Svizzera, SinArc, analogamente alla media europea, al netto della falsificazione, sarebbe il quarto partito.
Riepilogando il risultato –ufficiale- nei tradizionali paesi di emigrazione europei, abbiamo:
Svizzera, di cui si è già parlato, con un risultato ufficiale di 5.211 voti (3.4%), ma a cui secondo quanto sopra esposto si dovrebbero aggiungere almeno un migliaio di voti che porterebbero la percentuale tra il 4% e il 4.5% circa. (La valutazione è anche relativa al fatto che le circoscrizioni maggiormente interessate dal fenomeno del broglio sono state Ginevra, Lugano, ma in particolare Basilea , ove erano impegnati nostri candidati di punta; la sostituzione delle schede avrebbe quindi influito percentualmente in maniera specifica sui nostri voti).
Germania, con 4.453 voti pari al 3.5%. Francia con 3.729 voti, pari al 4.75%. Belgio con 2.277 voti, pari al 4.68%. Lussemburgo, con 229 voti, pari al 3.97%.
Risultano buoni i risultati del Regno Unito (1.915 voti) dove SinArc è quarta con il (4,81%), e della Spagna (1.056 voti) dove è quarta con il (6,4%).
Una valutazione comparata delle percentuali tra i paesi di più grande emigrazione e di quelli medio-piccoli più la Spagna denota che in questi ultimi la percentuale è significativamente più elevata: 6.92% contro 4.18%.
Ciò è importante da sottolineare perché nei paesi minori il voto è, per così dire, più libero e meno orientato o mediato dalle strutture sociali tradizionali (patronati, associazioni, ecc.), che storicamente fanno riferimento alle forze politiche tradizionali che compongono il PD o il PDL.
Questi i dati dei paesi medio-piccoli: in Austria (340 voti) SinArc è terza con il (7,5%); in Croazia (183 voti) è quarta (4,9%); in Danimarca (108 voti) è quarta con il (9.2%); in Finlandia (46 voti) è quarta, con il (7,5%); in Grecia (348 voti) è terza con il (11.5%); in Irlanda (103 voti) è quarta con il (6,8%); in Norvegia (62 voti) è terza con il (9.4%); in Olanda (409 voti) è quarta con il (5,6%); in Portogallo (56 voti) è terza con il (5.5%); nella Rep. Ceca (48 voti) è terza con il (7.4%); in Slovenia (71 voti) è terza con il (7,0%); in Svezia (152) è quarta con il (6,9%).
Nel loro complesso questi paesi portano a SinArc 1.926 voti, con una percentuale complessiva del 7.45% su circa 25.800 voti espressi. Dopo Germania, Francia, Svizzera, Belgio, Regno Unito, il complesso di questi paesi supera per entità la Spagna che è il settimo paese per importanza in Europa.
Per quanto riguarda poi l’aspettativa e le attese del voto di sinistra, si deve anche tener presente che in Europea era presente Sinistra Critica, che mediamente ha conseguito il 1.17% con 5.973 voti.
Sommando il risultato di SinArc e Sinistra Critica, il risultato continentale sarebbe pari al 5.36% dei voti.
Altra considerazione da fare è relativa al risultato del Partito Socialista (16.118 voti complessivi che valgono il 3.17%) e che ottiene significative affermazioni in Francia dove risulta il terzo partito con 6.793 voti (8.7%), Belgio, dove è il quarto partito con 3.311 voti (6,8%) e Spagna, dove è terzo con 1.150 voti (6.95%).
Sommando anche la presenza del PS, il complesso delle forze di sinistra in Europa in queste elezioni vale l’ 8.5% con circa 43.000 voti, superiore ai 41.500 voti dell’IDV (8,18%).
Un ipotetica aggregazione di tutte le forze della sinistra avrebbe acquisito il 5° seggio.

AMERICA LATINA

In questo continente il voto è servito a verificare la consistenza del nucleo della sinistra dentro la collettività italiana, che fino ad oggi risultava molto incerto. Per molti versi continua ad essere difficile, avere un’idea delle potenzialità, che però, sono certamente superiori al risultato ottenuto, in quanto esso è stato conseguito essenzialmente sulla base dell’attività di nuclei organizzati solo nelle realtà di Caracas, Rio de Janeiro, Montevideo, Cordoba e Rosario. (Questo è un discorso che riguarda anche l’Europa, ma in forma molto minore). Minima la presenza organizzata a Buenos Aires, del tutto assente nelle altre grandi circoscrizioni argentine come Mendoza, Moron, Mar del Plata, La Plata, Lomas de Zamora, Bahia Blanca, ed altrettanto nelle grandi circoscrizioni di San Paolo del Brasile, Porto Alegre e Curitiba (Brasile), così come anche nei paesi minori (Cile, Perù, Colombia, Equador e Bolivia).
Rispetto a quanto accennato, non si può definire negativo, un risultato di circa il 2% (per la precisione 1,92% con 7.058 voti), perché ottenuto esclusivamente nelle poche circoscrizioni indicate (Rio, Caracas, Montevideo, Cordoba e solo parzialmente Buenos Aires). Bisognerà attendere il dato ripartito nelle singole circoscrizioni per avere la conferma di questa interpretazione e un’idea più precisa delle potenzialità, ad oggi desumibili solo dalla Circoscrizione di Montevideo (che equivale all’intero Uruguay), dove il risultato è stato di 1.210 voti, con una percentuale di 4.35%, analoga a quella dei migliori grandi paesi europei. L’Uruguay è infatti l’unico paese in cui si può dire che esista un parziale insediamento organizzativo da qualche anno con legami strutturati con le tradizionali realtà associative.
In questa ripartizione il PS ha ottenuto un risultato medio di tutto rispetto: il 3.8% (14.014 voti), pur valendo anche in questo caso, le considerazioni su uno scarso insediamento organizzativo e pochi legami con le organizzazioni di mediazione sociale esistenti.
Come anche per i paesi indicati in Europa (Francia, Belgio, Spagna), il discreto risultato del PS è da addebitare anche all’analogia e al richiamo costituito dal nome e del simbolo del partito socialista, presente, pur in misura e forme differenziate anche in diversi paesi sud-americani.
Un’ultima considerazione riguarda anche qui il tentativo di broglio attuato a favore del PDL, che probabilmente spiega l’abnorme aumento dei voti di questo partito, in particolare nelle circoscrizioni di Buenos Aires e di Caracas. Il risultato dà al PDL 88.000 voti circa, pari al 22%, alla Camera, mentre al Senato, dove era presente il discusso candidato Esteban Caselli, il PDL supera i 98.000 voti con il 29%.
Il dato è ancora più chiaro analizzando i risultati dell’Argentina e del Venezuela: in Argentina, il differenziale tra i voti avuti alla Camera (42.696 pari al 18.85%) e al Senato (58.859 pari al 29%), mentre in Venezuela i risultati del PDL sono intorno al 70% sia alla Camera che al Senato, un dato difficilmente spiegabile solo con il tradizionale orientamento a destra di gran parte degli italiani che vivono in questo paese o con la presenza di candidati molto conosciuti come Collevecchio e De Martino.
E’ noto che Buenos Aires e Caracas sono assurte agli onori della cronaca per la scoperta a Buenos Aires di 150.000 buste stampate in più rispetto al necessario nella tipografia Androni alla quale era stata commissionata la stampa delle schede e dei plichi, e per l’indagine in corso sui contatti tra responsabili del PDL (Dell’Utri e Barbara Contini) e l’imprenditore Aldo Miccichè, legato alla costa dei Piromalli che, secondo le cronache si era offerto di aiutare il PDL in Venezuela.
Quando avremo i riepiloghi dei voti per singole circoscrizioni consolari, anche qui se ne potranno inferire o meno conferme alla possibilità di broglio, la quale non ha avuto manifestazioni eclatanti come per l’Europa, durante lo spoglio, anche forse per il fatto che la dislocazione dei rappresentanti di lista dei partiti di centrosinistra e di sinistra erano concentrati sull’Europa e in ogni caso in misura incredibilmente inferiore: 1.600 persone presidiavano i 1.200 seggi per il PDL e solo 140 per il PD e circa 50 per la Sinistra l’Arcobaleno.
Alla Corte di Appello di Roma, sono giunti infatti pochi plichi con voti e preferenze “provvisoriamente non assegnate” (comunque per qualche migliaio di voti), tutte con preferenze seriali per Esteban Caselli.

AFRICA, ASIA, OCEANIA

Nella Circoscrizione Africa, Asia, Oceania, utilizzando i dati del Senato, (non era presente alla Camera), SinArc prende il 3.61%, (1.733 voti); Il PS il 2,33%, (1.122 voti).
Anche in questo caso si può parlare di un risultato analogo a quello europeo, superiore, percentualmente, a quello di Svizzera o di Germania.
Anche per questa circoscrizione il dato costituisce elemento di stima e proiezione ed è stato acquisito con una lista presentata grazie alla disponibilità di pochi compagni che hanno accettato di candidarsi senza contare su un reale supporto organizzativo.


Alcune considerazioni finali per un “nuovo inizio”

Quanto illustrato consente di proporre alcune parziali considerazioni che necessitano di essere precisate e approfondite ove si intenda, come auspicabile, percorrere un vero progetto organizzativo della sinistra italiana all’estero in grado di svolgere un ruolo in occasione delle prossime consultazioni (Comites, CGIE) fino alle prossime consultazioni elettorali.
C’è da sottolineare che Sinistra Arcobaleno, era certamente la lista più svantaggiata rispetto alle altre del centro sinistra (PD e PS), sia rispetto alla presenza storica organizzata all’estero, che rispetto alla interlocuzione con le realtà associative e patronali, ed infine rispetto alla possibilità di far conoscere in brevissimo tempo, il proprio nuovo simbolo e programma. Mentre le altre formazioni vantano una presenza decennale o direttamente o mediata dalle strutture associative che si richiamano idealmente alle componenti DS, Margherita, PS, la Sinistra l’Arcobaleno è partita davvero da zero da tutti i punti di vista.
C’è da presumere che l’elettorato che ha optato per SinArc, sia costituito da persone informate e che seguono la realtà italiana in misura molto più grande, percentualmente, rispetto alle altre forze politiche, ove l’orientamento del voto ha percorso e percorre anche altri canali di orientamento delle strutture sociali intermedie.
Sul piano della comunicazione mediatica, inoltre, la visibilità di SinArc è stata indubbiamente di gran lunga inferiore rispetto a ciò di cui hanno potuto disporre PDL e PD, sia sui canali nazionali che privati (tutti visibili in Europa) sia su Rai International. Il sostegno fornito a singoli candidati provenienti da strutture sindacali, patronali o delle Camere di Commercio o di grosse federazioni associative locali (come in Sud America), non è minimamente paragonabile a quella fornita ai singoli candidati di SinArc. Lo stesso valga per il sostegno finanziario fornito dall’Italia e alla campagna di informazione del mailing inviato dall’Italia, molto al di sotto delle necessità sia quantitativamente, sia nella tempistica.
Per molti paesi (i paesi minori dell’Europa e grande parte dell’America Latina), l’unico materiale veicolato è giunto per mailing elettronico oppure, ma non dovunque, attraverso i redazionali concisi e limitati dei pochi giornali italiani che hanno fatto un minimo di informazione elettorale.
La brevità della campagna elettorale e le scarse risorse finanziarie messe a disposizione da SinArc e dai singoli partiti che ne facevano parte, ha infine ridotto la possibilità di movimento dei candidati e le opportunità di organizzare iniziative sensibili con la partecipazione di leader o sostenitori italiani, contrariamente a quanto è avvenuto per gli altri grandi partiti.
I tempi ridotti hanno anche impedito un’operazione di coordinamento tra i singoli candidati e il superamento di una certa logica di schieramento che ha portato le diverse forze politiche del cartello ad operare privilegiando il lavoro di acquisizione della preferenza per i propri candidati (soprattutto in Europa), dimenticando che lo sforzo essenziale da fare era quello di puntare al voto di lista per raggiungere il quoziente necessario.
In questo caso si sono aggiunte logiche di frammentazione e la sottovalutazione del fatto che il consistente ammontare di preferenze ottenute nel 2006 da alcuni candidati della sinistra nelle liste dell’Unione, derivavano da incroci ed accordi trasversali tra singoli candidati e non dimostravano una effettiva consistenza della nuova lista di sinistra.
La somma di tutte queste variabili è funzione del risultato ottenuto.
Tutt’altre sono le potenzialità di una lista di sinistra che si muova con logiche coerenti e solidità organizzativa e di obiettivi; esse sono nettamente superiori a quanto ottenuto: da due o tre volte tanto.
Ovviamente a condizione che esista volontà politica, capacità di analisi condivisa e comuni finalità delle diverse componenti territoriali e ideali. Anche a prescindere da eventuali involuzioni del processo di riunificazione e di rilancio di un sinistra plurale. In questo caso, infatti, l’estero dovrebbe far sentire la propria voce.

Sinistra Arcobaleno Estero

Nessun commento: