venerdì 28 marzo 2008

Anche in Europa un “cantiere” per la Sinistra

di Gianfranco Rizzuti (candiato alla Camera in Europa)

L’impegno dalla società civile alla politica. La dura realtà quotidiana dell’emigrazione. Disagio e nuove povertà. Necessarie forme organizzate nuove.
Premetto che l’impegno dei miei ultimi vent’anni in emigrazione è stato tutto proiettato nella società civile e nel movimento “antagonista”. Ho accettato questa candidatura nelle liste della Sinistra Arcobaleno, come indipendente alla Camera dei deputati nella Circoscrizione estero, con l’intento di trasferire il mio impegno dalla società civile alla politica, lavorando per una politica capace di “sporcarsi le mani” con la realtà quotidiana, anche se dura e scomoda, una politica che sappia confrontarsi con le contraddizioni e che metta al centro la persona, con i suoi limiti i suoi bisogni e diritti.
Ho l’impressione che in Italia della nostra realtà si conosce veramente poco, ci si è accorti di noi solo come “mercato del voto”. L’Italia politica ed economica ha sempre ignorato, consapevolmente, gli italiani all’estero, emigrati per fame e barattati per qualche tonnellata di carbone, quegli stessi che l’ipocrisia odierna riscopre come “ambasciatori d’Italia nel mondo”… ed elettori. Dov’era la classe dirigente italiana mentre milioni di connazionali venivano sfruttati nei cantieri e nelle fabbriche di mezza Europa (tanto per limitarci all’ondata migratoria che ci riguarda più da vicino)? Certo, dar loro una rappresentanza politica a quel tempo era troppo rischioso e non solo per i governi italiani. C’era il timore che quei lavoratori si organizzassero e che, oltre a chiedere maggiori diritti ai paesi d’accoglienza, pretendessero di dire la loro sul futuro politico del paese di provenienza. Così gli italiani in Germania come in Svizzera, in Belgio come in Gran Bretagna, si sono trovati, per tutto questo tempo, nella poco invidiabile situazione di cittadini senza reali diritti politici. Privati del voto nelle nazioni ospitanti ed impossibilitati, per ovvi motivi, all’impegno ed alla partecipazione in Italia, dove tornavano, se mai, solo per depositare il proprio voto nell’urna per poi riprendere la via del Nord, tre generazioni d’italiani all’estero hanno progressivamente perso il contatto con la politica. Le conseguenze di questo disastro sono sotto gli occhi di tutti e significano, solo per parlare della comunità italiana in Germania, scarsa coesione interna, basso livello d’integrazione (ed in questo caso le colpe vanno divise, almeno per metà, con la controparte tedesca), mancanza d’impegno sociale e completa assenza di punti di riferimento dentro e fuori le istituzioni. Pensare che dodici deputati e sei senatori, in “rappresentanza” di quasi quattro milioni di connazionali sparsi per i continenti, possano ovviare a questo stato di cose, oltre che illusorio, è fuorviante.
C’è bisogno di disegnare, un altra politica, un’alternativa da contrapporre all’attuale modello dominante, come argine al neoliberalismo.
Il mio compito sarà - anche qui in Germania, dove le situazioni di disagio e di nuove povertà diventano sempre di più gravi,- quello di trovare forme organizzative “nuove”, capaci di coinvolgere in particolar modo tutti coloro che, costretti a vivere nel precariato, sono ormai stanchi di sentire parlare dall’alto di giustizia e di diritti. Dobbiamo costruire speranza, dobbiamo riprendere a sognare, dobbiamo riprenderci la politica!
Oggi vedo la necessità di riappropriarci della politica, la necessità di ricostruire il bene comune, la necessità che “La Sinistra - l’Arcobaleno” diventi sempre più, in emigrazione, un soggetto politico unitario e plurale, democratico e partecipativo, in grado di misurarsi con questa società e di creare un’alternativa. È con questo spirito, con semplicità, che mi faccio promotore, per il periodo successivo alla campagna elettorale, di un incontro dei candidati della nostra lista, insieme agli uomini e alle donne che ci stanno sostenendo, ai rappresentanti delle forze politiche che si ritrovano nella lista, ai movimenti e alle associazioni dell’emigrazione e dei paesi ospitanti che condividono i nostri obiettivi. Il mio scopo è quello di dare vita ad un cantiere costituente che, da lista elettorale, ci faccia diventare un nuovo soggetto politico in Europa.

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