Vi dico qualcosa di me
Nicolò Gueci
Sono venuto in Germania a 33 anni. Per una scelta di classe. Era l’unica scelta logica per le mie convinzioni, maturate negli anni ‘60 e ’70. Volevo vedere dove finivano i miei ex allievi quando parlavano di disoccupazione ed emigrazione, volevo incontrare i lavoratori allo stato puro. Se fossi rimasto in Italia, dove stavo “troppo” bene, mi sarei dovuto vergognare per tutta la vita.
Più tardi ho capito che anche i lavoratori possono identificarsi col padrone, sperare di divenire come lui, votare per lui. Ed è stato un colpo duro. Così ho deciso che dovevo continuare ad educare, aiutare a prendere coscienza. Ho trovato una base sempre più larga, di compagne e compagni, un gruppo dinamico e creativo che con il teatro, il cabaret, le canzoni, l’animazione culturale ha portato al voto comunale nella provincia di Böblingen, alla moltiplicazione dei corsi di lingua e cultura italiana, alla formazione di comitati di base genitori, a dimostrazioni vivaci che hanno scosso l’opinione pubblica. La nostra forza era la solidarietà internazionale.
Parlavamo ancora poco il tedesco, ma gridavamo, “Hoch die internationale Solidarität” e respiravamo solidarietà con gli spagnoli ai tempi di Franco, i greci ai tempi dei colonnelli, gli eritrei e i curdi, tutti i minacciati dall’imperialismo, dalla guerra, dall’oppressione del capitale. Così ci siamo inseriti nel movimento sempre più vasto della pace, del rispetto dell’ambiente, del rifiuto delle armi e di tutte le guerre esportate, delle oppressioni interne: Mutlangen, Gorleben, occupazione delle case abbandonate.
Poi ho lavorato per 25 anni nel Patronato ACLI, così ho assorbito come una spugna la problematica della migrazione e ho avuto chiara la dimensione dell’ingiustizia sociale.
Dal movimento al Partito della Rifondazione Comunista. Perché è necessario stringere le fila quando la destra, anche in doppiopetto, persegue lo stesso scopo di una volta, l’occupazione totale del potere politico ed economico, negli stati e su tutto il pianeta.
Perciò v’invito a votare. Il voto è un gesto di resistenza, una scelta di libertà.
Votate la Sinistra Unita, la lista Arcobaleno!
E se volete, anche per me.
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