martedì 25 marzo 2008

Intervista a Marisa Corazzol, candidata alla Camera in Europa

Marisa, quali sono le motivazioni che ti spingono a candidarti per gli italiani all’estero?

Mi candido perché penso di poter contribuire alla costruzione di una comunità di connazionali italiani residenti all’estero integrati in una politica di qualificazione sociale, culturale e linguistica e perché ci siano gli strumenti necessari per una integrazione sociale contro il rischio di ghettizzazione.

La politica italiana, nella sua espressione parlamentare, come nelle Istituzioni e negli Enti pubblici ha condotto il Paese in una situazione drammatica, fatiscente e terribilmente catastrofica, a causa di personaggi che, provenienti da ogni risma di faccendieri, hanno avuto il “privilegio” indebito di gestire e decidere delle sorti di tutti i cittadini.

Questa “politica” , che io chiamo autarchia, in quanto autoreferenziale e quindi priva di connotati di interesse generale, ha causato sul piano economico e sociale disastri che vanno dal generalizzato impoverimento delle classi sociali più deboli, vittime di precariato, ad una società civile scompaginata e priva di riferimenti etici e morali, degni di un Paese democratico e solidale .

La discriminazione salariale e quindi la violazione dei più elementari diritti delle leggi sul lavoro, ha determinato il crollo del potere d’acquisto, la non applicazione di regole di formazione per la sicurezza sul lavoro, ha causato “morti bianche” che io considero dei veri e propri omicidi, in quanto nulla si è mai fatto per costringere i datori di lavoro ad una severa applicazione delle regole di prevenzione e sicurezza.

La stoltezza di alcuni “politici” collusi con la camorra ed in generale con le mafie , ha causato il disastro ambientale, sanitario e sociale in Campania perché per 15 lunghi anni si è preferito “delegare” piuttosto che decidere con discernimento e con serietà sulla raccolta differenziata.

Le maggiori formazioni politiche che si individuano nel PD e nel PDL, pur di ottenere ampi consensi continuano imperterriti a far credere che si debba esprimere un “voto utile” – per la governabilità del Paese -omettendo che il voto è prima di tutto democratico.

Il voto a La Sinistra l’arcobaleno, pertanto, è l’unico voto che permetterà di scompaginare accordi fra PD e PDL tendenti a governare in “grande alleanza” e costruire una opposizione forte e incisiva nelle sedi istituzionali.

Mi candido alla Camera dei Deputati, ne “La Sinistra l’arcobaleno” in rappresentanza degli italiani all’estero per contribuire fattivamente, con leggi e adeguati finanziamenti. a favore della comunità dei cittadini italiani in Europa.

Mi candido per il riconoscimento, nella storia, della nostra emigrazione che, a causa di “politiche” stolte e viziate da principi egoistici e autoreferenziali, ha conosciuto, sin dall’inizio del secolo scorso, ogni sorta di umiliazione sul piano delle dignità personali, dei diritti e della conseguente integrazione nel tessuto sociale e culturale, lavorativo ed economico dei Paesi di accoglienza.

Mi candido perché voglio battermi contro ogni forma di discriminazione che ha visto anche recentemente, in Germania, nostri connazionali vittime di abusi gravissimi da parte della polizia tedesca, abusi che hanno causato invalidità permanenti ad un bravo padre di famiglia, prima e coma con conseguente stato vegetativo permanente ad un giovane, successivamente. E’ necessario, a mio parere, che all’interno di ogni Consolato sia presente un servizio legale che tuteli gli interessi e i diritti dei nostri connazionali, e che questi servizi non siano racchiusi in meri servizi di “assistenza sociale” che assicurano, sulla base delle più o meno capacità di ascolto, di comprensione e di efficienza/efficacia, un modesto servizio di passa carte.

Mi candido, altresì, perché la donna deve avere il suo meritato ruolo nelle Istituzioni, laddove, in particolare, si decidono le sorti dell’umanità che si declinano al maschile e al femminile ed in cui la donna può e deve contribuire sul piano etico - politico (a parte Condoleesa Rice, quale donna si sognerebbe mai di dichiarare guerre?...) e sul riconoscimento dell’impegno di tante donne, madri, mogli, che, nel lavoro e in famiglia dedicano tutta la loro operosità, lasciando da parte, per causa di forza maggiore, lo stesso desiderio di sentirsi partecipi nelle decisioni che le riguardano in primo piano (vedi legge 194, per esempio…)

Mi candido per battermi per la dignità del nostro Paese in Italia e nel mondo e che, a mio parere, nelle sue espressioni lavorative, intellettuali, studentesche, in un mondo sempre più globalizzato, deve poter continuare ad esistere come Paese la cui identità culturale è scolpita in ognuno di noi come sui libri che ne raccontano la storia plurimillenaria. Mi candido per dare una vera identità alle Istituzioni scolastiche italiane all’estero, attraverso leggi quadro che ne caratterizzino l’azione e ne garantiscano i risultati.

A questo proposito, Marisa, tu hai predisposto una proposta di legge di riforma delle Istituzioni scolastiche e culturali all’estero. Puoi spiegarci di che cosa si tratta?

Si tratta di una proposta di legge, presentata in Parlamento dai compagni del PdCI lo scorso giugno 2006 - Proposta di legge n. 1204/06, che comporta una svolta decisiva per le Istituzioni scolastiche Italiane all’estero.
Come tutti non sanno, infatti, la legge 153/71 che istituiva i corsi di lingua di lingua e cultura italiana era già nel 1971 una legge nata “vecchia”, considerata la storica emigrazione italiana dell’inizio del secolo scorso.
Non rispondente, pertanto, più alle realtà, ho ritenuto di fondamentale importanza rivisitarla in termini innovativi e di ripristino della centralità istituzionale italiana.

E’ oramai noto, infatti, che laddove manchi la presenza dell’Istituzione preposta costituzionalmente al fine educativo e formativo (il Ministero della Pubblica Istruzione, per intenderci), lasciando “l’appalto” dell’istruzione e della cultura al Ministero degli Affari Esteri che ha ben altri compiti da svolgere, non si può intraprendere un serio percorso di istruzione e di saperi che permangono veicoli fondamentali per meglio e più proficuamente inserirsi nel mondo che ci ospita. La mobilità di famiglie e di giovani, dovuta a vari fattori che vanno dalla necessità di trovare lavoro altrove o di studio, ci deve sensibilizzare ancor di più sulla capitale importanza delle Istituzioni pubbliche italiane, unico elemento di garanzia a tutela di tutti i connazionali all’estero.

Mi candido, quindi, per contrastare il "luogo comune" che martella ogni spot di propaganda politica a favore del cosiddetto "voto utile", intendendolo e facendolo intendere come tale solo se a vantaggio del PD o del PDL. Il voto è un diritto-dovere per ogni cittadino che è chiamato alle urne per eleggere i suoi rappresentanti in una dialettica democratica, quindi plurale, non racchiusa fra due coalizioni che, oltremodo, si presentano come le due facce della stessa medaglia e che sono una specie di mulino in cui si macina di tutto. Il PD, in particolare - fusione di DS e Margherita - candida l'operaio della Thyssen accanto a Calearo (falco di Confindustria), con Colaninno (il figlio di quel tal signore che mandò in bancarotta Telecom Italia), la senatrice Binetti (teodem - conservatrice cattolica) la ex ministro Emma Bonino (radicale - laica), due ex sindacalisti della CGIL che con Ichino vogliono abolire l'art.18 dello statuto dei lavoratori che li tutela contro i licenziamenti senza giusta causa, giovani "reclute" pescate nelle file "di famiglia"...insomma un cocktail esplosivo...Il PDL, poi, si salvi chi può: faccendieri e fascisti, produttori di film a luci rosse candidati in Europa (Andrea Verde, candidato del PDL a Parigi)...Chissà come si comporteranno allorquando si tratterà di legiferare sulle unioni di fatto, sulle leggi a tutela della fecondazione assistita...chiederanno pareri a chi fra loro?...

Il voto a La Sinistra l'arcobaleno è quindi il solo voto che potrà contrastare i conflitti di interesse, gli accordi di grande coalizione, leggi ad personam non ancora ultimate (per questo Berlusconi torna...) e per abolire la legge 30 (legge Maroni, non legge Biagi), causa del sempre più crescente precariato e quindi di povertà soprattutto fra le giovani generazioni che stentato ad entrare nella vita attiva, malgrado, spesso, il loro bagaglio culturale.


Che cosa hai realizzato sul piano politico e culturale durante le tue missioni in Francia?
Nel novembre 2003 ho fondato a Lione il primo coordinamento de “l’Ulivo”. Ho partecipato attivamente alle elezioni dei COMITES lo stesso anno, che, a Lione, ha portato ben 10 consiglieri su 12 di sinistra. Ho fondato l’Associazione Culturale “Antonio Gramsci” di Lione, nel mese di giugno 2005. Ho fondato, altresì, nel mese di gennaio 2006, l’Istituto Superiore di Cultura “Giordano Bruno” per l’Umanesimo e la Tecnologia, a Roma.

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