giovedì 20 marzo 2008
Intervista ad Antonella Sellerio candidata de “La Sinistra, l’Arcobaleno” per la Camera - Europa
Intervista ad Antonella Sellerio candidata nella Lista “La Sinistra_L’Arcobaleno” per la Camera nella ripartizione Europea.
1. Come mai hai scelto di candidarti per “La Sinistra-l’Arcobaleno”?
Sono stata contattata dai compagni di Rifondazione e dato che in ogni caso volevo impegnarmi per la campagna elettorale di “La Sinistra-l’Arcobaleno” ho pensato che accettando la candidatura avrei potuto aiutare più efficacemente questa formazione politica.
Ho sempre votato per il PRC, senza però diventarne membro, perché è un partito coerente che si ricorda ancora dell’esistenza di operai, emigrati, immigrati, disoccupati, emarginati con tutti i loro problemi.
E poi mi piace Fausto Bertinotti come persona, perché si presenta sempre in modo molto dignitoso, non si abbassa a fare il buffone per intrattenere i telespettatori. Può sembrare una banalità, ma dati i tempi che corrono, un politico che non prende a parolacce i colleghi, che non sputa e non si mette a bivaccare in Parlamento, secondo me rispecchia una certa integrità morale e mi dà più fiducia di altri.
2. In che modo intendi il tuo impegno politico?
Per me tutto è politica, intendo la politica in senso ampio, non soltanto come attività legata ai partiti o a progetti grandiosi.
Un normalissimo gruppo di donne italiane emigrate, come quello che ho fondato nel 1982, frequentato da persone di diversa provenienza sociale che si incontrano, discutono, organizzano insieme stand per manifestazioni internazionali, attività culturali. Questo, per me, è già un modo, non irrilevante, di fare politica.
O il far conoscere qui in Germania le difficoltà che hanno molti dei nostri connazionali. Anche questo è un modo di fare politica. Basti pensare alle alte percentuali di nostri ragazzi presenti nelle scuole differenziali, alla scarsa qualificazione professionale, all’alto tasso di disoccupazione fra gli italiani.
Quanti dei tedeschi, assidui frequentatori di ristoranti italiani, ne sono al corrente?
3. Quale tema ti sta particolarmente a cuore?
Ritengo molto importante lavorare nelle istituzioni tedesche. Io stessa sono stata per più di 15 anni membro della “Consulta per gli stranieri” di Düsseldorf (“Ausländerbeirat”).
Dobbiamo partecipare alla vita politica qui in Germania, entrando per es. in un partito politico o anche semplicemente inserendoci in altre strutture più vicine ai nostri interessi immediati, come può essere l’associazione dei genitori per chi ha figli in età scolastica o la rappresentanza sindacale per chi lavora in fabbrica. Già così si manifesta un interessamento per la vita pubblica ed è un primo passo per fare politica.
4. Che atteggiamento ha la comunità italiana verso la politica in Italia?
Andando in giro a parlare con i nostri connazionali, mi sono resa conto che moltissimi sono delusi e diffidenti nei confronti dei politici italiani.
Ho sentito dire spesso con orgoglio a chi presentavo la nostra lista elettorale: “Mi dispiace signora, io non ho mai votato in vita mia e non voterò mai”; oppure: “I politici italiani si ricordano di noi soltanto quando ci sono le elezioni.”
D’altra parte non dimentichiamo che per decenni siamo stati tagliati fuori dalla politica, sia in Italia che in Germania. Potevamo esercitare il nostro diritto di voto solo andando in Italia, ma non tutti avevano la possibilità e le energie di affrontare il viaggio. La legge che ci ha concesso di votare all’estero è molto recente, ci vorrà quindi del tempo per riabituare i nostri connazionali ad “andare alle urne” e per far capire a molti giovani nati qui che non hanno mai avuto l’occasione di votare quanto sia importante esercitare un tale diritto, base della democrazia.
È nostro compito fondamentale lavorare in questa direzione per far rinascere la fiducia verso la classe politica italiana!
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