venerdì 14 marzo 2008

Cesidio Celidonio (Candidato alla Camera - Ripartizione Europa): Le ragioni della Sinistra


Intervista al settimanale La Pagina – Zurigo del 12.03.2008


Abruzzese, 53 anni, per molti anni insegnante nei corsi e nelle scuole italiane all’estero, già dirigente dei DS in Svizzera, sindacalista della CGIL, dal 91 al 96 membro del COMITES, iscritto all’UNIA, coordinatore in Svizzera di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo, Cesidio Celidonio, figura di spicco della nostra comunità, si candida per la Camera dei Deputati nella lista della Sinistra-l’Arcobaleno. Carlo Matriciani ha scambiato con lui alcune valutazioni sul prossimo voto politico.

Qual è il tuo giudizio su questo inizio di campagna elettorale tra gli italiani in Svizzera?

L’informazione martellante messa in piedi dalle televisioni e dai maggiori quotidiani nazionali indirizza anche all’estero tutta l’attenzione delle elettrici e degli elettori su Pd e PdL, anzi su Veltroni e Berlusconi. Anche il sistema informativo svizzero fatica a riconoscere la complessità dello scenario italiano...Questo rappresenta un grave svantaggio per la sinistra.

Ma per molti va bene la semplificazione…

Il bipartitismo coatto è un’amputazione della democrazia ed è un’illusione. In fondo ci troviamo di fronte a due partiti-contenitore che accolgono al loro interno visioni e posizioni programmatiche spesso conflittuali tra di loro. I problemi di convivenza che nella passata legislatura si erano manifestati nei due schieramenti non vengono, infatti, eliminati, ma trasferiti dentro i grandi partiti. Nel caso del Pd mi chiedo come si faccia a tenere insieme l’operaio e il “falco” degli industriali veneti, i radicali e la Binetti, gli esponenti consumati del ceto politico e qualche giovane sconosciuto.

E perché parli di “amputazione” della democrazia?

I toni soft usati nei confronti di Berlusconi, il silenzio sul conflitto d’interessi sono segnali indicativi di un clima che può preludere ad un governo di larghe intese. Questo scenario riduce la democrazia perché comporta la cancellazione di culture politiche che nei vari paesi europei si esprimono tradizionalmente in rappresentanze autonome. La sinistra, come grande filone politico, esiste in tutta Europa, denominandosi tra l’altro in modo riconoscibile. Anche nel sistema svizzero della concordanza nessuno immagina di cancellare la sinistra, che, pur nelle mediazioni delle coalizioni, conserva la propria identità.

Eppure c’è l’argomento del “voto utile…”

Intanto è bene ribadire che il voto degli italiani all’estero alla Camera non influisce sul premio di maggioranza. Per questo si può votare serenamente secondo le proprie convinzioni. E poi credo che sia molto più utile, anzi necessario, il voto per una sinistra forte, nuova, ampia e plurale. Solo una forte affermazione dell’Arcobaleno è garanzia di opposizione a Berlusconi e può spingere il Pd a riaprire un confronto con la sinistra per una politica che parli non solo di crescita, ma anche di equità e qualità dello sviluppo, perché di questo c’è bisogno…

Perché la scelta di presentare le vostre liste anche all’estero?

Gli italiani fuori dell’Italia possono dare un “valore aggiunto” alla Sinistra-l’Arcobaleno con un contributo di idee su temi strategici quali la centralità e la dignità del lavoro, lo sviluppo compatibile, i diritti dei migranti. Temi che sono il cuore del nostro programma e su cui l’esperienza degli italiani in Europa può costituire un riferimento importante.

Tra gli italiani all’estero si avverte qualche segnale di delusione e di scetticismo sull’operato degli eletti nel 2006. Cosa ne dici?

Vi è la percezione diffusa che sia mancato un progetto condiviso. I parlamentari si sono limitati ad occuparsi, il più delle volte con iniziative personali, di singole questioni settoriali. Inoltre è mancata una voce autorevole su temi in cui l’apporto degli italiani all’estero poteva essere significativo. Ad esempio vi è stato un sostanziale silenzio degli eletti all’estero sull’immigrazione e sulla sicurezza, questioni sulle quali l’esperienza dell’emigrazione italiana può rappresentare un importante riferimento storico e politico.

Cosa proponete voi?

La nostra proposta riguarda: il funzionamento dei servizi consolari, il riordino dei corsi di lingua e cultura e delle scuole, il sostegno alla stampa e all’informazione, un nuovo ruolo del CGIE, il potenziamento dei COMITES, la riorganizzazione delle competenze dei vari Ministeri in materia di italiani all’estero, la revisione di alcune forme di tassazione (casa, rifiuti, passaporti). Vi sono al riguardo delle scelte da fare. Ad esempio occorre disciplinare la concessione ad esterni dei servizi consolari; migliorare la situazione contrattuale del personale consolare locale; ribadire la centralità dell’intervento pubblico nei corsi e nelle scuole; regolamentare, secondo obiettivi di chiarezza e qualità, il ruolo dei soggetti scolastici che operano nel territorio; superare la condizione di precarietà dei docenti assunti in loco.

Qual è in sintesi il tuo profilo di candidato?

Direi l’impegno per i diritti dei migranti e per una scuola inclusiva; la coerenza con gli ideali di giustizia e partecipazione democratica. Aggiungerei anche specifiche competenze acquisite, in particolare nelle questioni scolastiche.

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